La Scuola

Vincenzo Zanetti

Vincenzo Zanetti nacque a Murano il 17 aprile del 1824 da Vettore, maestro in conterie, e da Maria Donà. Dopo la scuola elementare, cominciò a lavorare come apprendista in una fabbrica di canna per conterie. Sentendo però nascere in lui la vocazione religiosa, abbandonò il lavoro per intraprendere gli studi ginnasiali presso il sacerdote don Antonio Pavanello. In seguito frequentò il Seminario patriarcale e venne ordinato sacerdote nel 1850. Iniziò la sua attività pastorale proprio nell’isola natia, come cooperatore nella chiesa parrocchiale di San Pietro Martire.

Vincenzo Zanetti, oltre che un zelante sacerdote, era pure un grande appassionato della storia di Murano e della sua industria vetraria, che in quel particolare momento storico stava attraversando una grave crisi produttiva, iniziata dopo la caduta della Repubblica nel 1797.
Vincenzo Zanetti studiava il passato di Murano ed era affascinato dai capolavori prodotti durante i secoli d’oro dell’arte vetraria. Proprio da questa gloriosa storia egli prese le mosse per recuperare l’identità storica e artistica dell’isola e per riportare l’industria del vetro artistico ai suoi antichi splendori.
Per realizzare questa impresa, egli trovò un valido e fidato sostenitore in Antonio Colleoni (1810-1885), primo deputato del Comune di Murano. Grazie alla collaborazione tra i due, nacque nel 1861 in una stanza del palazzo Comunale (palazzo Giustinian) un piccolo Archivio Storico, nel quale trovarono collocazione “mariegole, pergamene varie, manoscritti, libri riguardanti la nostra isola, le sue istituzioni, i nostri monumenti, i cittadini più illustri”. Assieme all’Archivio, venne inoltre istituito il primo nucleo di quello che sarà poi il Museo del Vetro. Ben presto sull’archivio ebbe il sopravvento il museo, che si arricchì negli anni successivi di sempre nuovi doni.

Il Museo non aveva solo uno scopo “documentario”, raccogliere e conservare cioè le testimonianze materiali del passato dell’industria vetraria muranese, ma anche uno eminentemente “pratico”: servire da luogo di studio e ricerca per i maestri vetrai, che indirizzavano allora i loro sforzi nel recupero di tecniche e saperi dei loro illustri predecessori. Scopo dell’istituzione era quindi anche di far risorgere l’arte del vetro di Murano e di ridarle la giusta fama a livello mondiale. Scrisse Vincenzo Zanetti: «il museo è una scuola dove l’artista e il tecnico vengono a studiare i vetri antichi».

Collegata a questo ambizioso obiettivo fu la fondazione nel 1862 della Scuola di Disegno per Vetrai annessa al museo, dove i modelli proposti agli allievi erano spesso proprio i vetri del Museo Vetrario.

Nel 1864 l’Abate Zanetti organizzò la prima Esposizione d’arte vetraria muranese, che si tenne nel museo stesso riscuotendo un grande successo. Lo scopo era quello di constatare lo stato dell’arte vetraria, soprattutto per quanto riguardava i soffiati di lusso, ma anche con tutta probabilità di incrementare le collezioni del Museo.
Alla prima esposizione fece seguito la seconda, nel 1869.
Egli inoltre esortava i maestri vetrai a partecipare alle varie esposizioni che in quel periodo si organizzavano in Italia e in Europa: la grande Esposizione di Parigi del 1867, del 1870 a Londra e Roma, del 1871 a Napoli, Milano, Vicenza, Torino, Trieste, del 1973 a Vienna e successivamente l’Esposizione Universale di Parigi del 1878, l’ Esposizione Nazionale di Torino del 1880 e di Milano del 1881.

Nel 1867 Vincenzo Zanetti fondò, assieme al dott. Carlo Salvadori, il periodico La Voce di Murano, una vera miniera di informazioni per gli studiosi dell’arte vetraria nella seconda metà del XIX secolo. La rivista infatti, oltre a notizie di cronaca, riportava i progressi tecnici conseguiti dagli artisti e dalle vetrerie dell’isola, rappresentando in questo senso anche un interessante elemento di stimolo per l’industria vetraria nel suo complesso.
Tra le sue opere letterarie relative all’arte vetraria, al Museo, alla Scuola di disegno e alla storia di Murano, una novantina circa, figurano la Guida di Murano e delle sue celebri fornaci vetrarie (1866), la Monografia della vetraria veneziana e muranese (1874), di cui fu autore principale ed ordinatore, e Il Museo Civico Vetrario di Murano (1881).

Vincenzo Zanetti morì il 7 dicembre del 1883, lasciando al Museo i suoi libri, parecchi vetri antichi da lui raccolti e alcune oselle d’oro e d’argento.
Personaggio chiave della Murano ottocentesca, è anche e soprattutto grazie al suo intenso e fruttuoso operato che l’isola è ancora oggi riconosciuta in tutto il mondo come il più prestigioso centro di produzione vetraria, con un passato glorioso che rivive e si attualizza nelle opere dei maestri contemporanei.
Murano deve a lui, alla sua instancabile attività, al suo impegno a favore dell’isola e dei suoi abitanti la riscoperta della libertà, della sua dignità e del suo prestigio.