Genio solitario, “autodidatta e senza regole”, Adolfo Wildt rivela una grande tecnica, fatta di pazienza, lentezza, cura. I suoi aggiornati riferimenti culturali e il profondo legame con la mitteleuropa si mescolano con componenti espressioniste e simboliste e affinità allo stile del Liberty e della Secessione. La straordinaria capacità di trattare il marmo, materia adorata da Wildt fin dal suo primo apprendistato con gli scultori milanesi Giuseppe Grandi e Federico Villa, emerge in quest'opera bifronte. I caratteri espressivi dei volti maschile e femminile sono ottenuti grazie alle tecniche che l'artista spiegherà nel suo testo, L’arte del marmo del 1921. Lo scavo della materia e il trattamento a imitazione dell’avorio nascono da metodi antichi e semplici; Wildt era convinto che lo scultore dovesse conoscere alla perfezione le tecniche dell’arte plastica. Carattere Fiero- Anima Gentile è entrato in collezione grazie alla donazione di 44 opere, tra gessi, bronzi e marmi, provenienti dallo studio di Wildt a Milano, come da testamento del figlio Francesco. Un altro esemplare della scultura, oggi disperso, era presente nella collezione del mecenate tedesco Franz Rose; si conosce anche una versione con il solo volto femminile, intitolata Anima gentile.