Nel dipinto di Carpaccio il Leone di San Marco è rappresentato in posa “andante” con le zampe posteriori sulla laguna, mentre quelle anteriori poggiano sulla terraferma. In tal modo viene raffigurata l’essenza del dominio veneziano: da un lato la potenza sui mari (Stato da Mar), dall’altro la conquista dei ricchi e lussureggianti territori dell'entroterra (Stato da Terra). Il leone è alato e mostra un libro aperto su cui si legge "Pace a te, Marco, mio Evangelista" in riferimento alla cosiddetta Leggenda di San Marco, secondo cui i resti dell'evangelista furono trafugati nell’anno 829 da Alessandria d'Egitto e traslati nella Basilica di San Marco come compimento di una profezia angelica. Dietro al leone si scorge un’indimenticabile veduta di Venezia. Sulla sinistra, si possono riconoscere la Piazzetta di San Marco con le due colonne, il campanile e la Torre dell’Orologio, le cupole della Basilica e la facciata di Palazzo Ducale. Sulla destra si apre una vista quasi a 360 gradi che si estende dall'Arsenale fino a Punta della Dogana. Si distinguono agili vascelli che transitano sulle acque della laguna. Il Leone di Carpaccio fu commissionato da cinque magistrati del Dazio del Vin, i cui stemmi compaiono alla base del dipinto. Dai loro uffici sulla Riva del Ferro fu poi trasferito in Palazzo dei Camerlenghi. Dopo il 1797 entrò a Palazzo Ducale.