Il famosissimo dipinto fu in passato noto col titolo di Cortigiane, derivatogli dalla letteratura romantica. In realtà il dipinto presenta due dame che esibiscono chiari segnali di ricchezza, nobiltà e onestà, a iniziare dagli abiti eleganti e dalle acconciature alla moda. A sottolineare la virtù delle due signore vi sono molti elementi simbolici: le perle al collo della più giovane che indicano rigorosa osservanza delle regole matrimoniali e condizione sociale elevata, così come il candido fazzoletto, segno di purezza; le tortore, la femmina di pavone e i cani, sono simboli rispettivamente di pudicizia, di concordia coniugale, di fedeltà e vigilanza, di cui si fa garante la donna più matura, somigliantissima alla giovane, e quindi forse madre o sorella maggiore; il mirto e l’arancia sono elementi solitamente connessi alla Vergine Maria; in più s’aggiunga lo stemma sul vaso, non ancora esattamente identificato. Solo recentemente si è potuto accertare che il dipinto è in realtà mutilo della parte superiore, individuata nella tavola con Caccia in laguna (oggi a Los Angeles, Paul Getty Museum), dove figura la continuazione del giglio che sorge dal vaso poggiato sul parapetto nella porzione del Correr. Sul retro di tale tavola sono dipinte illusionisticamente a trompe l’oeil delle lettere appese ad un nastro. Dunque, tutto ciò chiarisce finalmente che il soggetto rappresenta due dame, certo alquanto annoiate, in attesa del rientro dalla caccia dei rispettivi consorti. Inoltre, si trattava non di un quadro da parete, bensì dell’anta destra incernierata ‘a soffietto’ (è ignota e mancante la sinistra, ove la scena doveva completarsi) posta a chiusura di un ambiente domestico – verosimilmente un piccolo studiolo - dal cui interno il trompe l’oeil dipinto sul retro poteva essere goduto.