Il decoro di questo velluto è composto da due bronconi, ovvero tronchi o rami apparentemente secchi su cui si avviluppano foglie d’acanto, muoventisi specularmente creando uno spazio ogivale in cui campeggia una corolla polilobata circondata da un serto fiorito, entro cui spiccava probabilmente un fiore di cardo, sbocciando poi in altre due corolle con al centro rispettivamente un carciofo e una pigna, per riunirsi infine in un fiore di melograno. Tutti gli elementi vegetali sono testimonianze di fede, come ad esempio la melagrana, simbolo di eternità, comunione dei santi e sangue di Cristo, o il tronco secco ma rifiorente, a rappresentazione del legno della croce. Il motivo ‘a griccia’, anche se qui travisato dalla forzata unione di due frammenti non combacianti, era apparso alla fine del XIV sec. nei lampassi attribuiti generalmente a manifatture lucchesi, dov’era spesso combinato ad uccelli del paradiso, leoni e soli raggiati. Tecnicamente, l’armatura di base, in gros giallino, è illuminata da due trame supplementari lanciate, una in seta gialla e l’altra in argento tirato doppiato, mentre il disegno è rilevato in velluto tagliato color rosso cremisi ed è impreziosito da una trama broccata in oro filato, arricciata nell’allucciolatura.