La funzione di questo vaso di cristallo con coperchio era quella di contenere le reliquie di Sant’Eliodoro e dei Santi Innocenti: si tratta quindi di un vero e proprio reliquiario in vetro, analogo per tipologia ai coevi esemplari in metallo prezioso. Il reliquiario era custodito presso la chiesa di San Martino di Burano e venne acquistato nel luglio 1880 per il Museo Vetrario dal muranese Angelo Barbini, che lo pagò 75 lire e, in più, offrì al parroco di Burano un vaso nuovo del tutto simile all’antico, oggi scomparso. Il corpo, il piede ed il coperchio sono percorsi da una raffinata incisione a punta di diamante, che riprendere motivi decorativi tipici del Rinascimento italiano. Ad impreziosire ulteriormente il nobile contenitore, nella parte inferiore del corpo compaiono due medaglioni dorati e dipinti a freddo e raffiguranti una testa con elmo. Le anse e i filamenti applicati presentano delle tracce di doratura. Il reliquiario è con ogni probabilità di produzione muranese, come la maggior parte dei reliquiari in vetri conservati nelle chiese di Venezia e delle isole della laguna. Il modello verrà poi riproposto, con alcune varianti, anche in diverse vetrerie europee “à la façon de Venise”, ottenendo un notevole e duraturo successo.