Nel 1914 Chagall rientra in Russia da Parigi; vuole restare a Vitebsk solo qualche mese ma resta bloccato dalla scoppio della guerra e vi rimane fino al 1922. In quegli anni recupera il legame con il mondo ebraico dell’infanzia, espresso attraverso le immagini della cittadina natale. Qui è ambientata la prima versione del dipinto, Ebreo in bianco e nero o Rabbino di Vitebsk del 1914 (oggi al Kunstmuseum di Basilea).
Secondo il racconto dell’artista, a Vitebsk incontra per caso un anziano e lo veste con gli abiti del padre usati per la tradizionale preghiera del mattino, di giorni feriali. La figura è descritta con grande precisione, dal tallìt sulle spalle e i tefillìn sulla fronte e sul braccio sinistro, al kippà in testa, mentre gli occhi sono malinconici e la bocca ripresa nell’atto di salmodiare. Lo sfondo sottolinea la massima concentrazione sul soggetto: nessuna pausa descrittiva, solo forme geometriche bianche e nere.