La furlana, altro dipinto di Pietro Longhi che immortala una delle danze più conosciute e praticate a Venezia nel XVIII secolo. Tracce di questo ballo si trovano a partire dal XVI secolo. Nel XVIII secolo si diffuse nella musica d’arte. Infatti molti compositori dell’ambito “colto” inserirono la furlana nelle loro opere. Tra questi si ricordano Ravel, Bach, Couperin, Rameau. Dato il suo andamento vivace e per via dei ritmi puntati, è stata assimilata alla Giga. Gli studiosi sono concordi nell’individuare il Friuli come la sua regione d’origine. Secondo il Maestro Pietro Mormino si tratta di una danza veneziana, nata nei “campieli” della città lagunare probabilmente conosciuta grazie alla fiorente comunità friulana presente in città. La furlana era ballata in tondo, a gruppi di due o quattro persone, iballerini avevano le mani intrecciate sopra la testa ed alternavano passi normali a salti di media lunghezza. Il vero successo di questa danza si ebbe proprio dopo che si nobilitò, grazie alla adozione da parte dell’aristocrazia veneziana. Questa danza si è ballata fino alla prima guerra mondiale ma ha subito, nel corso del tempo, modifiche, aggiustamenti e cambiamenti di tipo coreografico . La danza, che si ritiene nata proprio in Friuli intorno al 1574, raggiunse la massima diffusione in quel di Venezia nel corso del XVIII secolo, coinvolgendo in questo ballo tutte le classi sociali, compresa l’aristocrazia. La danza si diffuse anche in Francia dove venne ballata fino alla prima guerra mondiale seppur con modifiche ed aggiustamenti coreografici. L’interpretazione del ballo si differenzia da paese a paese, in tutti però si pone come danza di corteggiamento.