L’assetto decorativo di questo tessuto è ascrivibile al gruppo tessile definito ‘dentellé’, termine traducibile in ‘a pizzo’ proprio perché, alla pari dei merletti ad esso coevi, è rigorosamente orchestrato attorno ad un’asse di simmetria centrale, secondo un legame ulteriormente rafforzato dalla presenza, nel tessuto, di un decoro simulante curvilinee bordure in nastro traforato e trinato. Su fondo raso viola cupo, il modulo decorativo si compone al centro di un trionfo vegetale composto da ananas, palmetta e fiori a corolle stellate, mentre attorno si dispongono arrampicandosi, quasi come viticci, esili tralci di rose, fiordalisi e boccioli, vivacizzando cromaticamente l’insieme grazie all’impiego di trame supplementari in sete policrome, oro filato e argento riccio, che si aggiungono ad una trama lanciata in seta verde e alle zone bianche in taffetas. È proprio la commistione tra vegetazione fantastico-esotica e d’ambito più domestico, quali fiori da giardino e di campo, che posticipa la datazione di questo tessuto ideato per l’abbigliamento, dato che i primi esemplari, a cavallo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII sec., davano libero spazio, a briglia sciolta, solo alla componente più puramente stravagante, senza alcun rimando alla reale flora mediterranea.