Napoleone Martinuzzi (1892-1977), figlio di un operaio impiegato in vetreria, fu uno scultore ma si dedicò anche attivamente all’arte del vetro, ricoprendo il ruolo di direttore artistico della Venini & C. dal 1925 al 1931. Fu inoltre direttore del Museo del Vetro dal 1922 al 1931. Erano anni particolarmente ricchi di fermenti artistici e culturali nelle vetrerie muranesi, caratterizzati da una progressiva apertura verso uno stile più moderno, basato sui criteri di funzionalità ed essenzialità. Per la Venini, Martinuzzi realizzò eleganti soffiati trasparenti, ma la vera novità era rappresentata dal vetro pulegoso, caratterizzato dall’inclusione di innumerevoli bollicine (puleghe) di gas che conferiscono alla superficie dell’oggetto un aspetto spugnoso e che si ottenevano grazie all'aggiunta di bicarbonato di sodio o di petrolio nella massa vetrosa ancora incandescente. Questo particolare tessuto vitreo spesso e opaco permise a Martinuzzi di conferire alle sue creazioni un aspetto di scultorea plasticità, insito nella sua formazione artistica. I pulegosi vennero presentati alla XVI Biennale di Venezia nel 1928, mentre una seconda serie venne esposta nella Galleria dei Vetri alla IV Triennale di Monza (1930). Tra questi figurava anche questo grande vaso in pulegoso verde scuro decorato da quattro sottili fasce verticali con morise e con piccole prese ad anello alla sommità. Questo modello fu realizzato anche in altri tessuti vitrei.