Artista autodidatta, ai primi del ‘900 si reca a Parigi e in Bretagna. Nel 1905 gli viene concesso uno studio al terzo piano del Museo. Figura centrale del gruppo artistico che si stava formando in quegli anni, i “ribelli di Ca’ Pesaro” secondo la definizione del critico Cesare Brandi, Rossi è protagonista delle mostre “Bevilacqua”, organizzate a partire dal 1908 dal primo Direttore del Museo, Nino Barbantini, cui si deve anche la donazione del dipinto Douarnenez. Esposto a Ca’ Pesaro nel 1919, alla ripresa delle attività dopo guerra, il quadro testimonia il grande amore di Rossi per la pittura francese e la Bretagna. Qui aveva soggiornato a lungo, tra il 1909 e il 1912, frequentando sia Douarnenez che Guilvinec , e aveva conosciuto da vicino l’arte del gruppo di Pont- Aven, località resa celebre da Paul Gauguin e dai suoi amici. La pittura è giocata su pochi e intensi colori azzurro-verdi, le forme delle casette bretoni e delle barche sono semplificate e chiuse da un contorno spesso e scuro, l’atmosfera è sospesa, come scriveva Barbantini: «La dolce poesia di questo assorto paesaggio di Douarnenez dove il chiarore dell’invisibile luna sul villaggio, sulle barche, sulle acque addormentate, è come una luce di sogno e intenerisce il cuore».