Artista autodidatta, nel 1936-37 frequenta la Scuola libera del nudo a Roma e dagli anni Quaranta diventa una delle figure di riferimento per la vita culturale di Venezia. Nel 1942-43 aderisce al movimento di avanguardia artistica chiamato Corrente e nel dopoguerra è tra i promotori del Fronte nuovo delle Arti, gruppo che propone un rinnovamento della creatività a partire dalla lezione di Picasso e dal postcubismo. L'arte di Vedova si sviluppa a cavallo tra astrazione, geometria e linguaggio informale e in quest'alternanza di sperimentazione si colloca Europa 1950. Punto più avanzato della ricerca sulle "geometrie nere" che l'artista veneziano porta avanti dal 1946 al 1950, il quadro rappresenta sagome ad incastro delineate con estrema precisione, in un vortice di immagini che evocano il mondo della fabbrica e i simboli della lotta sindacale e politica. Vedova unisce qui il cubismo di Picasso agli artisti italiani del Futurismo, soprattutto Giacomo Balla e Umberto Boccioni, e delinea le forme con una pittura a due dimensioni, piatta e resa con pochissimi colori, quasi in bianco e nero. Dopo questa fase geometrica, Vedova si dedicherà ad opere con colore più libero e una stesura pittorica più densa, che lo avvicineranno all'espressionismo astratto e gestuale.