La peculiarissima tipologia decorativa di questo tessuto è definita ‘bizarre’, termine impiegato per la prima volta a metà del XX sec. dagli studiosi Thornton e Slomann per indicare la difficoltà nel descriverne gli elementi decorativi, di cui è inoltre sconosciuta l’origine, attribuita di volta in volta a Lione o Venezia.
I disegni, con rapporto modulare di grandi dimensioni, sono solitamente commistioni di elementi vegetali, architettonici e di pura invenzione, con esiti che, anche per via delle cromie, si potrebbero dire psichedelici.
Il disegno, ottenuto per slegature di trame supplementari broccate in sete policrome e in argento filato, si caratterizza da una commistione di elementi fitomorfi e di fantasia che, spiccando da un fondo rosso fulvo, creano un grande calumet spezzettato terminante in un elemento caliciforme, dal quale fuoriesce un tralcio, nodoso e sinuoso come una scia di fumo, che dà vita a foglie accompagnate da fiori, boccioli e frutti sospesi tra il surreale e il potenzialmente realistico.
L’opera è completata da un ulteriore disegno di controfondo a sagome fitomorfe e fantastiche che si accordano al decoro in primo piano e che risaltano dal fondo, nonostante l’impiego dei medesimi filati, perché operate in armatura gros opaco, mentre il piatto fondo è in lucido raso.