La coppa Barovier è probabilmente il più celebre esempio di vetro del Rinascimento dipinto a smalti policromi, nonché uno tra i più antichi. Un vero e proprio gioiello delle collezioni del Museo. La forma della coppa, semplice ed essenziale, deriva da alcuni esemplari delle porcellane cinesi Ming, ben conosciute a Venezia nel XV secolo. Due sono le scene principali raffigurate sulla coppa: la cavalcata delle fanciulle verso la fontana dell'Amore o della Giovinezza e il bagno delle fanciulle nella fontana stessa. La narrazione dell'evento è intervallata da due clipei, in cui sono raffigurati rispettivamente un busto femminile ed uno maschile, entrambi di profilo. Si tratta evidentemente di una coppa nuziale, in cui le scene di carattere allegorico erano di buon auspicio per i novelli sposi. Il tema iconografico della fontana della giovinezza era assai ricorrente nella pittura e nella grafica durante tutto il XV secolo. I due personaggi raffigurati nei tondi indossano vesti alla moda nelle corti italiane negli anni Sessanta del Quattrocento, elemento che fa propendere per una datazione della coppa al 1460-1470. Il nome della coppa deriva da un’errata convinzione ottocentesca che vedeva in Angelo Barovier, il celebre inventore del cristallo alla metà del Quattrocento, anche un pittore a smalto su vetro. La pittura a smalti fusibili era attestata a Murano già tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, ma si sviluppò in modo particolare dopo la metà del XV secolo, costituendo una delle peculiari tecniche decorative che resero famoso e apprezzato il vetro di Murano in tutte le corti europee.