Oltre che per l’ineccepibile tecnica esecutiva, la provenienza dalla Scuola Merletti di Burano di questo merletto è confermata dall’applicazione di un nastrino, ovvero il marchio di fabbrica che dal 1899 si appose ai merletti della Scuola, probabilmente per distinguerli dalla concorrenza. Esso consiste in una fettuccia di cotone con intessuta in seta giallo oro la scritta «Scuola Merletti Burano» e «Patronato di S. M. la Regina», poi sigillata con un piombino marcato su una faccia con il corno dogale, sull’altra con un trifoglio e le lettere SMB, iniziali della Scuola. Colbert scrisse nel 1682 al sovrintendente alla fabbrica d’Alençon che “il principale difetto dei merletti francesi è che non sono né così saldi, né cosi bianchi come quelli veneziani”, testimoniando una reputazione di eccezionale qualità che, scemata nelle epoche successive, può riconsiderarsi ristabilita due secoli dopo con l’apertura nel 1872 della Scuola Merletti di Burano. Questo centrotavola riprende il barocco punto rosa con composizioni meditate quasi fossero progetti architettonici dallo stile ‘a candelabra’ e riproponendo una schiuma di ghirigori ad intricate volute in apparente disordine caotico e nebuloso, ma in realtà millimetricamente orchestrata sin nei minimi dettagli.