Le cineserie entrarono nel repertorio europeo nella seconda metà del XVII secolo, quando l'opera di Athanasius Kircher ebbe molta influenza sullo studio dell’orientalismo. La popolarità delle cineserie raggiunse il suo massimo alla metà XVIII secolo, quando vennero assimilate nel rococò dai lavori di Francois Boucher. Andarono poi declinando quando apparvero, agli occhi degli europei, antitetiche al neoclassicismo. Esse si espressero interamente nelle arti decorative mentre la loro espressione in architettura si realizzò interamente nel campo di capricciose “follie”. Dopo la diffusione dei racconti di Marco Polo, la conoscenza che aveva l’Europa nei riguardi della Cina continuò a provenire essenzialmente dai resoconti dei mercanti e degli inviati diplomatici. Dalla metà del XVII secolo un ruolo preponderante nel flusso delle informazioni provenienti dall’Asia fu invece preso dai missionari gesuiti. L’influenza artistica dello stile propriamente cinese divenne quindi diffusa in tutta Europa già agli inizi del XVIII secolo con l’intensificarsi dei rapporti commerciali con l’Estremo Oriente. Questo stile venne largamente usato per prodotti di ceramica, tappeti, decorazioni parietali, pitture su armadi e paraventi, strumenti musicali, letti, tavoli, araldi, tessuti, sete, ricami, quadri ad olio, mosaici ed affreschi, ma anche per altri generi di prodotti artigianali, dipinti, pitture su legno, sculture, architetture, giardini e persino pianificazioni urbanistiche.