Nel 1895 si tenne a Murano la “Mostra di scelti vetri artistici e oggetti affini di Murano e Venezia”, per integrare la prima Esposizione Internazionale d’Arte (la “Biennale”) con una sezione dedicata all’arte vetraria. Vi parteciparono quasi soltanto vetrerie locali, la cui produzione era ancora tecnicamente e stilisticamente ancorata al passato, ben lontana dai fermenti di rinnovamento artistico che si stavano sviluppando in altri paesi europei. Tra le opere di gusto prettamente ottocentesco e le rivisitazioni dei vetri dell’antichità, spiccavano “alcuni oggetti moderni” realizzati dagli Artisti Barovier, che avevano rilevato la fabbrica Salviati nel 1883. Oltre ai vetri di stile tradizionale, gli Artisti Barovier esposero infatti delle “leggerissime coppe con gambo a spira”, da loro poi donate al Museo del Vetro, per le quali ottennero la medaglia d’oro. Una di esse è ancora oggi presente nelle collezioni del Museo. Il leggerissimo calice, vagamente fitomorfo, è un capolavoro di perizia tecnica e di finezza esecutiva e probabilmente era stato concepito proprio come dimostrazione di abilità. Ricorda certi modelli contemporanei creati in altri paesi e rispondenti ai dettami dell’Art Nouveau, che proprio in quell’anno cominciavano a comparire nelle pagine delle più avanzate riviste italiane.