Artemisia Gentileschi abitò a Venezia due o tre anni, tra il 1626 e il 1629. La sua attività in città è poco documentata, ma la sua presenza non passò certo inosservata e molti poeti le dedicarono versi eloquenti, ne ammirarono il temperamento artistico e la fecero partecipare alle serate letterarie dell'epoca. Venne cantata dai poeti come un miracolo della natura.
L’esecuzione del dipinto Maria Maddalena in estasi è precedente al soggiorno a Venezia. La critica concorda per una datazione alla prima metà degli anni Venti, quando Artemisia lavorava a Roma con successo. Suoi clienti erano principi e cardinali.
In questo dipinto la Maddalena è rappresentata in estasi, con la testa reclinata all’indietro, le mani giunte intorno alle ginocchia e gli occhi chiusi in mistico rapimento. Noncurante dell’osservatore, la santa lascia cadere un lembo della camicia mentre ciocche dei lunghi capelli dorati le incorniciano il volto e le spalle. La sua figura occupa l’intera superficie del dipinto, fino a risultare quasi compressa entro i limiti della tela, veicolando un forte senso di intimità e sensualità della scena. La fonte luminosa proveniente dal basso aumenta l’effetto drammatico della visione. Il fatto che questo soggetto fosse dipinto da una donna con tale intensità espressiva non faceva che accrescerne il pregio agli occhi dei collezionisti dell’epoca.