Nel 1739, Chiara Pisani del ramo Moretta, da poco rimasta vedova, inizia una radicale ristrutturazione del palazzo di famiglia sul Canal Grande, a San Polo, rinnovando gli interni in gusto rococò. Chiama a raccolta i pittori più in voga del momento, fra i quali Giambattista Tiepolo, cui affida l’esecuzione dell’affresco della sala principale e Giambattista Piazzetta, al quale commissiona questa tela imponente da collocare di fronte all’Alessandro e la famiglia di Dario di Paolo Veronese, una delle opere più celebri a Venezia, venduta nell’Ottocento alla National Gallery di Londra. La storia dell’eroe macedone ha trovato grande fortuna nell’arte rinascimentale e barocca. Le sue gesta, note soprattutto attraverso le Vite di Plutarco, erano considerate esempi di virtù da imitare. Il dipinto raffigura il momento in cui Alessandro, giunto davanti al corpo ormai senza vita di Dario, abbandonato senza decoro né dignità, volge inorridito lo sguardo da un'altra parte e ordina che sia coperto con il suo mantello. L'opera esemplifica al meglio tutte le peculiarità dello stile di Piazzetta, così diverso da quello del coetaneo e rivale Tiepolo. Egli predilige un’intonazione cupa e drammatica, oggi accentuata dalle alterazioni cromatiche dovute alla preparazione a bolo d’Armenia, e contrappone alla tecnica veloce, virtuosistica di Tiepolo, una meditata ricerca espressiva, cui associa un’impeccabile definizione del nudo anatomico.