A maggio torna MUVE Contemporaneo in dialogo tra passato e presente. Dai grandi maestri Cy Twombly e Jenny Holzer agli artisti internazionali come Anish Kapoor, Marina Abramovic e Sol Lewitt fino alle più giovani proposte contemporanee.
Ritorna ”MUVE Contemporaneo”, seconda edizione della ricca rassegna ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, che pone i linguaggi dell’arte contemporanea al centro dell’offerta espositiva dei musei veneziani in concomitanza con la Biennale d’Arte. Dalla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro al Museo Correr, da Palazzo Fortuny a Ca’ Rezzonico, da Palazzo Ducale a Palazzo Mocenigo fino al Museo del Vetro e del Merletto, grandi eventi e performance con i protagonisti dell’arte di oggi animeranno le sedi museali della Città accanto alle mostre dedicate all’antico e al moderno, confermando la volontà della Fondazione, con la presidenza di Walter Hartsarich e la direzione scientifica di Gabriella Belli, di puntare a un sistema aperto alle contaminazioni dei linguaggi, al dialogo fra le arti e al confronto tra passato e presente; consapevoli che è irrinunciabile responsabilità dei musei civici mantenere viva l’attenzione anche sulla contemporaneità per comprendere la realtà in cui viviamo.
La stagione delle grandi mostre, fondamentali per la valorizzazione dei siti e delle collezioni permanenti di Venezia, in una visione dinamica e internazionale del sistema culturale – nate anche in partnership con il Sole 24 Cultura-Gruppo 24 Ore – si è aperta in effetti già ai primi di marzo con la sorprendente esposizione a Palazzo Ducale dedicata al Doganiere, Henri Rousseau Il candore arcaico (fino al 5 luglio), per proseguire al Museo Correr (dal 1 maggio al 30 agosto) con la grande e inedita mostra organizzata insieme al Los Angeles County Museum of Art (LACMA) – Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919-1933, sui temi più rappresentativi delle tendenze artistiche tedesche dalla fine delle Prima Guerra Mondiale all’avvento del Nazismo – e quindi a Ca’ Pesaro, con l’omaggio al più “nordico” esponente del realismo magico in Italia, il veneziano Cagnaccio di San Pietro, che proprio nella società dei capesarini aveva mosso i suoi primi passi.
CA’ PESARO. Dal 6 maggio tuttavia, accanto a questi eventi, l’attenzione si concentra sull’arte di oggi, con le molteplici iniziative di MUVE Contemporaneo. A inaugurare la rassegna non poteva che essere la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, luogo per antonomasia dedicato al Novecento e ai suoi sviluppi, presentando nei suoi grandi saloni il tributo a uno dei massimi maestri della contemporaneità scomparso da pochi anni: Cy Twombly (Lexington, Virginia, 1928 – Roma, 2011).
Resa possibile grazie alla collaborazione della Cy Twombly Foundation di New York e al supporto della Gagosian Gallery, curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith, con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e il progetto di allestimento di Daniela Ferretti, la mostra Cy Twombly, Paradise (6 maggio – 13 settembre) si propone come un percorso iniziatico che attraversa sessant’anni del lavoro dell’artista statunitense e della sua straordinaria creatività, ricca di visioni e richiami, in cui l’arte è quel “paradiso terrestre” dove le esperienze e le emozioni del passato sono recuperate e magistralmente trasfigurate nel presente.
Una mostra che rappresenta un ritorno a tutti gli effetti a Venezia, città dove Twombly fu presente per ben cinque volte alla Biennale – l’ultima delle quali, nel 2001, gli valse il Leone d’Oro – e che restituisce con grandi suggestioni la capacità narrativa e l’apertura a inedite incursioni nel mondo misterioso della vita, dei segni, delle parole e dell’immaginario, di una tra le più grandi personalità artistiche del nostro tempo.
Restando a Ca’ Pesaro, Il Filo Conduttore di Federica Marangoni (9 maggio – 13 settembre) si presenta come una mostra/installazione forte e spettacolare. Qui un filo di luce in cracked neon rosso always in motion, rivolo rosso di energia e sangue, taglierà rigorosamente la facciata del museo guidandoci fino all’interno dove, nelle due sale al piano terra, si svolge il “dramma dell’umanità”. Un viaggio suggestivo attraverso i segni tipici del lavoro dell’artista che ci parla della libertà dell’individuo e del caos in cui l’umanità si dibatte.
MUSEO CORRER. Sarà invece Jenny Holzer, l’artista concettuale statunitense Leone d’Oro alla 44. Biennale del 1990, protagonista della mostra War Paintings (dal 7 maggio al 22 novembre) ospitata – in collaborazione con la Written Art Foundation di Francoforte – nella sala delle Quattro Porte al Museo Correr: un evento collaterale della 56. Biennale di Venezia.
Le opere esposte, collocate nel percorso del museo simbolo della storia della Serenissima, sono una selezione di dipinti di guerra realizzati dall’artista nel corso di dieci anni, operando su documenti desecretati e altro materiale riservato del governo degli Stati Uniti, relativo sia alla guerra globale al terrorismo dopo l’11 settembre 2001, sia alle operazioni militari Usa in Afghanistan e Iraq.
PALAZZO FORTUNY. Il Museo Fortuny proporrà invece negli ambienti evocativi di Palazzo Pesaro degli Orfei, la mostra Proportio. dal 9 maggio al 22 novembre Un’esposizione nata dalla collaborazione con la Axel and May Vervoodt Foundation, con la quale si completa il ciclo avviato con Artempo (2007) e proseguito con Infinitum (2009), Tra (2011) e Antoni Tàpies (2013), che in modo originale ha indagato, attraverso i secoli e le diverse discipline, aspetti cruciali ma poco frequentati della storia dell’arte.
Frutto del lavoro di un comitato scientifico internazionale composto da scienziati, filosofi, musicisti, architetti, storici e storici dell’arte, coordinato da Axel Vervoordt e Daniela Ferretti, la mostra indagherà quella che in un trattato di Luca Pacioli, illustrato da Leonardo e stampato a Venezia nel 1509, venne chiamata “divina proporzione”, ovvero quella proporzione geometrica scoperta dai pitagorici e definita da Euclide che è simbolo dell’armonia dell’Universo: un numero irrazionale che fin dai tempi più antichi fu considerato il numero della proporzione divina (o sezione aurea), capace di donare a tutte le cose la loro dimensione armonica. Dalla geometria all’architettura, dalla pittura alla musica, alla natura, l’uomo ha dunque costruito e rappresentato il mondo seguendo una formula algebrica, utilizzando il numero d’oro 1,618 “trascendente e irrazionale”, per approssimarsi all’armonia assoluta delle cose.
Una sfida affascinante questa mostra, che coinvolge grandi artisti della scena internazionale contemporanea – tra i quali Marina Abramovic, Anish Kapoor, Massimo Bartolini, Rei Naito, Michael Borremans, Izhar Patkin, Maurizio Donzelli, Otto Boll, Francesco Candeloro, Riccardo De Marchi e Arthur Duff – cui sono state espressamente commissionate opere sul tema, esposte accanto a lavori di Ellsworth Kelly, Sol Lewitt, Alberto Giacometti, Carl André, Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz e Ad Ryman, ma anche a reperti egizi, a una serie di dipinti architettonici degli antichi maestri olandesi, uno splendido ritratto di Botticelli e una scultura monumentale di Antonio Canova.
CA’ REZZONICO. Contaminazioni cariche di suggestioni anche a Ca’ Rezzonico, per un appuntamento con unica data, il 9 maggio alle ore 17.00, ideato da Corrado Levi. Maestro dell’arte e dell’architettura contemporanea, Levi proporrà nel salone al primo piano del Palazzo, una performance centrata sulle corrispondenze tra emissione di suoni del violoncello e modi di condurre il pennello in pittura. Un parallelo tra suono e pittura che è metafora dello spirito, “per esplorare alcune delle sue infinite modalità”.
MUSEO DEL MERLETTO. Ci inoltriamo in laguna, per trovare la pittrice americana Leslie Hirst (in mostra dal 30 maggio 2015) con il suo lavoro a metà strada tra scrittura e arte visiva, in rapporto con gli ambienti, i manufatti, le tradizioni del Museo del Merletto. L’ispirazione per le creazioni presentate nasce da una visita a Burano nel 2005: parole e merletti si fondono nelle sue creazioni, dando vita a nuove forme di linguaggio, laddove il tessuto e gli spazi aperti rappresentano rispettivamente il contenuto e il contesto.
MUSEO DEL VETRO. Le proposte di Muve Contemporaneo si concludono nella primavera-estate, con le mostre già in corso nel rinnovato e affascinante Museo del Vetro di Murano – dalla bellissima selezione di opere di Luciano Vistosi. Scultore ai vetri e ai progetti dai giovani artisti selezionati nel concorso internazionale EGE European Glass Experience, promosso dal Comune di Venezia in collaborazione con la Fondazione MUVE e il Consorzio Promovetro Murano – per riprendere in autunno, con nuovi progetti.