In partenza per il mare? Ecco cosa fare (e non fare) se incontri una tartaruga marina |
Lo sapevi che trovare tartarughe marine nell’Alto Adriatico non è affatto raro?
Spesso pensiamo alle tartarughe come abitanti delle acque più calde del Mediterraneo, ma in realtà questo mare è una tappa fondamentale soprattutto per i giovani esemplari di Caretta caretta. Con il suo caratteristico carapace rosso-bruno, la Caretta caretta trascorre qui una parte importante della sua crescita e alimentazione, spingendosi talvolta fino dentro la laguna di Venezia.
Nel Mediterraneo vivono principalmente tre specie di tartarughe marine: la tartaruga comune o Caretta caretta, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Tra queste, la Caretta caretta è la più diffusa nelle nostre acque e quella che più frequentemente utilizza l’Alto Adriatico come zona di crescita e alimentazione.
Grazie al progetto europeo NETCET, di cui il Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia è stato parte attiva, più di 10 anni fa è nato un centro di primo soccorso per tartarughe marine, situato al Centro Morosini del Lido di Venezia, in una posizione strategica tra mare e laguna. Il centro non è aperto al pubblico, poiché ospita tartarughe bisognose di cure e in fase di riabilitazione. Qui gli esemplari vengono accolti, visitati da veterinari specializzati e, quando necessario, trasferiti in strutture di cura più avanzate per completare il loro percorso di guarigione.
La gestione del centro è ancora oggi affidata al Museo, che collabora strettamente con il WWF, gli enti locali e la Capitaneria di Porto, raccogliendo dati fondamentali anche su animali spiaggiati morti, per monitorare la salute delle popolazioni marine e migliorare la conservazione. Se stai per partire per il mare, ricordati di seguire queste semplici regole: potrai così aiutarci a conoscere meglio i nostri mari e a proteggerli, preservandone la ricchezza e la bellezza anche per le future generazioni. |
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Dopo l’avvistamento di una tartaruga, sia in mare che sulla spiaggia, la priorità è valutarne le condizioni di salute.
Se sei in BARCA e la tartaruga appare reattiva e si allontana rapidamente, non disturbarla: mantieni una distanza minima di 10 metri e non tagliarle la strada. Se invece si avvicina o sembra
affaticata, potrebbe essere in difficoltà. In tal caso: - Prendi le coordinate del punto di avvistamento
- Scatta una foto se possibile, senza interferire con l’animale.
Se sei sulla SPIAGGIA, è più probabile che la tartaruga abbia bisogno di aiuto. Una tartaruga marina non si spiaggia mai senza motivo, e non deve essere lasciata sul posto senza assistenza.
Osservala con attenzione, senza toccarla. Poni un oggetto di dimensioni note accanto a lei (es. una bottiglia d’acqua o un cappello) e scatta una foto. Più dettagli fornisci ai soccorritori, più rapido ed efficace sarà l’intervento.
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Con le informazioni che hai appena raccolto sotto mano, contatta immediatamente la Guardia Costiera al numero blu 1530.
Il personale della Guardia Costiera ti fornirà indicazioni su come procedere e, se necessario, attiverà direttamente le reti di soccorso competenti o ti metterà in contatto con esse. È fondamentale seguire attentamente le istruzioni ricevute e non improvvisare alcun intervento.
Ricorda: il 1530 è l’unico numero ufficiale da contattare in questi casi. Inoltre, nel territorio dell'Alto Adriatico è possibile segnalare animali feriti o in difficoltà, nonché possibili siti di nidificazione, anche contattando i seguenti numeri:
CERT (Università di Padova – Dipartimento BCA): 366 9256638 CTLV / Oasi WWF Dune degli Alberoni: 348 2686472
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La tartaruga marina, in particolare la Caretta caretta, la specie più comune nei nostri mari, è protetta da leggi nazionali e convenzioni internazionali.
Minacciata da numerose attività umane – come l’inquinamento da plastica, la pesca accidentale e la perdita di habitat – questa specie è tutelata da normative italiane, direttive europee e accordi internazionali, tra cui la CITES, la Convenzione di Berna e la Convenzione di Barcellona, che ne garantiscono la conservazione e la protezione degli ambienti in cui vive.
Per questo motivo è fondamentale non toccare mai una tartaruga marina.
Non rimuovere oggetti dal corpo dell’animale, siano essi plastica, parassiti o balani (cirripedi): ogni intervento improvvisato può causare ulteriori danni e mettere a rischio sia la tartaruga che chi la soccorre.
Se trovi una tartaruga spiaggiata e sei in attesa dei soccorsi: - Non spostarla dal luogo in cui si trova, se non in base alle indicazioni di operatori autorizzati
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Non rimetterla in mare, perché se è debilitata potrebbe affogare (le tartarughe respirano aria, come noi)
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Se possibile coprila delicatamente con un panno bagnato, facendo attenzione a non coprire le narici, e tienila all’ombra, senza spostarla.
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Non sempre la tartaruga marina viene trovata in vita, specie quando il rinvenimento avviene in spiaggia. È molto importante ricordarsi che anche in questo caso è necessario segnalare la sua presenza alla Guardia Costiera (1530).
Anche se può sembrare inutile intervenire, ogni segnalazione è preziosa: consente di censire l’animale, accertare le cause della morte tramite necroscopia e raccogliere informazioni utili per proteggere meglio la specie. I dati raccolti aiutano a comprendere i rischi che le tartarughe affrontano e a migliorare le misure di tutela. Solo in caso di ritrovamento di carcasse, è possibile segnalarne la presenza anche alle seguenti email:
- Museo di Storia Naturale di Venezia: nat.mus.ve@fmcvenezia.it; - Comune di Venezia - Servizio Tutela Animali: tutela.animali@comune.venezia.it;
- Università degli Studi di Padova, Dip. BCA / C.E.R.T.: marinemammals.bca@unipd.it
- CTLV / Oasi WWF Dune di Alberoni: alberoni@wwf.it
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Un saluto da Elena e Serenity: due tartarughe Caretta caretta, di cinque/sei e un anno, che sono state soccorse dal centro di primo soccorso del Lido e che presto saranno riportate a casa loro nel mare |
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