- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
MUVE STORIES
La vista da qui

L'immagine si scompone e si ricompone da un'altra parte. La luce passa attraverso un foro, con raggi che si propagano senza mai confondersi. La trasmissione delle immagini è antica come la camera ottica, o camera oscura, per secoli strumento di osservazione e di studio, dal 1500 in particolare, per le più disparate pratiche: rilievi topografici militari, civili e paesaggistici, studi astronomici e anche rappresentazioni artistiche. Nel Settecento la rende celebre Canaletto, come strumento fondamentale per i vedutisti, ma un secolo prima la usava Jan Vermeer e altri con lui, e con la camera ottica di Antonio Canal  il Museo Correr  conserva quella di Francesco Guardi.

Il meccanismo della scatola col foro stenopeico è semplice e da tempo insegnato nelle scuole fin da bambini, l'immagine appare al contrario e con uno specchio viene raddrizzata e proiettata su un vetro opaco, dove tirandosi un panno nero addosso per fare il buio intorno si può ricalcare. Il Cinquecento è anche il secolo in cui lo scienziato inventore Gerolamo Cardano nel foro inserisce una lente, la descrivono Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico e Giovanni Battista Della Porta nel Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium, Giovanni Keplero la perfeziona e Daniele Barbaro ne parla approfonditamente nel suo La pratica della perspettiva, a metà Seicento Athanasius Kircher con l' Ars magna lucis et umbrae ribalta il trucco e si inventa la Lanterna magica (antesignana del cinema), un secolo dopo Diderot mette la camera oscura nell'Enciclopedia.

Ce ne sono grandi come casette, come scrivanie, come piccole tende da campo, ce ne sono di lusso ma anche di autocostruite, nel Seicento si diffondono quelle portatili. Strumento ormai obsoleto per lo studio dell'ottica e della natura della luce la camera oscura resta in uso per divertimento e come patrimonio degli artisti. Dilaga a Venezia con il settecentesco vedutismo  mentre abbondano i trattati sulla prospettiva, aiuta la composizione, ma anche nella pittura che ha il preciso scopo di ritrarre il reale è poi sempre la luce che conta, per Canaletto come per Vermeer o Guardi. Con l'arrivo dell'Ottocento la chimica ha infine trovato il modo di catturare l'immagine in forma permanente, il resto è storia della fotografia.

Questo bel messaggio viene da Palazzo Ducale  e vogliamo condividerlo anche qui:

E i bambini cominciarono a uscire di casa.
E i bambini chiesero alle mamme: quando possiamo tornare a Palazzo Ducale?
E le mamme risposero: fra poco, torneremo a vedere i Giganti che vi lasciano sempre a bocca aperta e quel dipinto grande grande di Tintoretto.

Fondazione Musei Civici di Venezia
Piazza San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
facebook Twitter Instagram Linkedin YouTube