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MUVE STORIES
Chimere, basilischi e unicorni

La natura è meravigliosa, ma può diventare spaventosa. Lo sapevano bene anche gli antichi confezionatori di chimere e basilischi, che componevano pezzi di animali diversi, con l'aggiunta talvolta di occhi di vetro, per creare mostri. Nel Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue ne sono conservati due esemplari, in spazi ispirati dalle Wunderkammer, le cinquecentesche “camere delle meraviglie” costruite nelle abitazioni di ricchi nobili collezionisti e di qualche studioso. Non di rado vittima di truffatori, come raccontò anche Carlo Goldoni nel suo La bottega dell'antiquario, con il conte Anselmo buggerato da Arlecchino e Colombina che travestiti gli vendono finti fossili in cambio di zecchini d'oro, e pure gli animali fantastici erano ceduti a peso d'oro.

La chimera del Museo che somiglia a una sirena è di difficile datazione e provenienza sconosciuta: inizialmente venne descritta come “torso di scimmia unito a una coda di pesce”, ma recenti interventi di restauro hanno rivelato una natura più complessa, con parti in legno, peli e unghie di mammifero e parti diverse di pesci.

Il basilisco invece è composto a partire da un pesce angelo di piccole dimensioni, molto usato in quest'arte mistificatoria con altri pesci cartilaginei, come la razza chiodata. Il suo autore parrebbe essere Leone Tartaglini, celebre cinquecentesco imbalsamatore e ciarlatano di origini toscane che visse a Venezia, dove pubblicò anche due libelli (oggi conservati alla Marciana) e produsse la polvere corallina, usata come vermifugo, per la quale ricevette nel 1563 la licenza dei provveditori alla Sanità.

La moda della collezione di oggetti naturali esotici e bizzarri dei secoli XVI e XVII faceva accogliere anche l'inverosimile, per poter sfoggiare reperti esclusivi, ma già da allora ci furono dubbi sulla loro veridicità. Mentre su oggetti reali si creavano leggende, come per il dente del narvalo, anche questo nella collezione del Museo di Storia Naturale con pezzi di diverse misure e provenienze, che fino al Settecento si credette fosse il corno dell'Unicorno.

Anche il Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue è visitabile in Google Arts & Culture con tour virtuali e il Museo delle Emozioni. Buona visita!

Dato che abbiamo parlato di Carlo Goldoni riportiamo la storia pubblicata nel profilo Facebook della Casa di Carlo Goldoni

Marzo è anche il mese delle donne, e questa è una donna speciale. Il suo nome era Lola Lorme (1883-1964) e la sua storia è una di quelle che non bisogna mai dimenticare.

Nota studiosa e traduttrice goldoniana, le venne rifiutata la donazione di libri e carte alla biblioteca di Casa Goldoni perché ebrea. Fu una scritta con matita blu apposta direttamente da Mussolini sulla richiesta già approvata dal Ministero dell’Interno, direzione Generale per la demografia e la razza, a impedire qualsiasi ricorso. La scritta dice: “Niente”. Era il settembre del 1939.

Per i più piccoli i nostri Servizi Educativi vogliono farvi conoscere, in un modo diverso e divertente, i tesori conservati nei nostri musei. Protagonista di questo mese è il Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue: lo conoscete? L’avete visitato?

Pensate un po': il patrimonio scientifico del Museo consta di oltre 2 milioni di pezzi! 
Molte raccolte hanno origine da ricerche naturalistiche in ambito locale e rappresentano la memoria storica del territorio. Altre, che per la maggior parte provengono da donazioni, sono invece frutto di viaggi e spedizioni alla scoperta di terre sconosciute e hanno carattere paleontologico, etnologico, antropologico, geografico. Partendo dalle proprie collezioni e da un continuo lavoro di ricerca in ambiente ed in laboratorio, il museo svolge numerose attività promuovendo la partecipazione attiva della cittadinanza.

Fondazione Musei Civici di Venezia
Piazza San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
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