Come in un sogno
Vivido e reale
Sento le spine
Che mi trafiggono i piedi
E il dolore è piacere
Quando dagli occhi dorati
Gocce d'acqua riflettono
Infiniti colori.
Eleonora Rinaldi
Una natura sospesa tra sogno e realtà, figure che emergono dal paesaggio come visioni evanescenti, colori che avvolgono lo spettatore in un’atmosfera ipnotica: questi sono gli elementi che caratterizzano Órama, la mostra personale di Eleonora Rinaldi ospitata nella Project Room di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna dal 27 maggio al 27 settembre 2025. Curata da Francesco Liggieri e Christian Palazzo, la mostra presenta sette opere realizzate dall’artista a Parigi nel 2025, che esplorano il confine tra il visibile e l’invisibile, tra la percezione e la memoria visiva.
Le opere di Rinaldi sono un invito a interrogarsi sul rapporto tra immaginazione e percezione, su come il sogno possa alterare la realtà o rivelarne aspetti nascosti. Attraverso scenari sospesi tra visibile e invisibile, l’artista esplora l’intreccio tra natura e figura umana, evocando atmosfere dense di simbolismo e suggestioni surrealiste. La pittura diventa un ponte tra il mondo fenomenico e quello interiore, lasciando emergere immagini che si stratificano nella memoria dello spettatore.
Órama – titolo che deriva dal greco antico e significa "visione" o "sogno" – si fonda sulla riflessione della natura come spazio primordiale della visione e della rivelazione. I dipinti di Rinaldi presentano paesaggi sospesi tra il reale e l'onirico, in cui la vegetazione non è semplice sfondo, ma si fa protagonista attiva, avvolgendo le figure umane e dissolvendone i contorni in un intreccio cromatico ipnotico. La sua pittura richiama il simbolismo
ottocentesco e il surrealismo, evocando atmosfere che dialogano con la tradizione, ma che si proiettano in una dimensione profondamente contemporanea.
Come suggerisce Samuel Taylor Coleridge, la percezione è un atto creativo: "e se ciò che sogniamo potesse davvero prendere forma?". Le opere in esposizione sembrano rispondere a questa domanda, esplorando la soglia tra realtà e allucinazione, in un percorso che trova echi anche nelle teorie di Oliver Sacks e Carl Gustav Jung. La visione diventa un atto di partecipazione, un'immersione in uno stato di coscienza alterata in cui i confini tra il mondo fenomenico e quello interiore si dissolvono. Lo sguardo dello spettatore è chiamato a entrare in questo gioco di percezioni e rimandi, scoprendo, strato dopo strato, il significato profondo di queste immagini sospese tra memoria e sogno.
Ciò che trovo più significativo in questa personale di Rinaldi è la capacità di connettere diverse realtà con quella museale. In particolare, Elisabetta Barisoni, Dirigente Area Musei, responsabile della gestione organizzativa di Ca' Pesaro, ha colto fin da subito il valore del progetto, offrendoci l’opportunità di realizzarlo nella project room, spiega il curatore Francesco Liggieri.
Con Órama, Eleonora Rinaldi ci conduce in una dimensione in cui la percezione si espande oltre il visibile. I suoi dipinti evocano uno stato di coscienza sospeso, in cui la natura e il sogno si intrecciano, trasformando la realtà in un’esperienza onirica e immersiva, aggiunge il curatore Christian Palazzo.
BIOGRAFIA
Eleonora Rinaldi (Udine, Italia, 1994) vive e lavora a Parigi. Dopo la laurea triennale in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2020, ha conseguito la laurea magistrale presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2023. La sua ricerca artistica si sviluppa attraverso la pittura e il disegno, con cui dà vita a mondi immaginari ispirati dall’osservazione della realtà, intrecciando elementi autobiografici con riferimenti letterari e storici. In un processo intimo di visualizzazione, le immagini emergono attraverso l’assemblaggio di frammenti raccolti e rielaborati, accostati e intrecciati in composizioni che sfuggono a una narrazione univoca. Il disegno gioca un ruolo centrale, fungendo da guida per un processo pittorico stratificato, in cui sovrapposizioni cromatiche costruiscono profondità e atmosfera. Il colore, la luce e una forte componente narrativa costituiscono i cardini del suo linguaggio visivo, popolato da simboli e suggestioni che si aprono a molteplici interpretazioni, senza mai essere dichiarati esplicitamente. Attraverso i suoi scenari, Rinaldi invita lo spettatore a un’immersione oltre il tempo e lo spazio, evocando sentimenti di stupore, meraviglia e fragilità.
La mostra è realizzata con il sostegno di HARRY’S Bar e UIA – Università Internazionale dell’Arte.